Di Maura Roberta Orlando

IN CERCA DI CAPIRE NOI STESSI

Il mondo dell’illustrazione è un settore che affascina e un po’ impaurisce chi se ne appassiona. Spesso non ci si sente bravi abbastanza, si è in cerca di idee, si rincorre il tempo mentre si fa altro, ci si chiede quale possa essere il proprio stile e si ha anche un po’ paura di rimanere intrappolati nel processo piuttosto meccanico di copiare gli altri.

TROVARE LA PROPRIA ISPIRAZIONE

Ultimamente ho letto la monografia di Tove Jansson (1914 – 2001, Helsinki, Finlandia).

Immagine del libro su Tove Jansson

Il modo in cui sono arrivata a lei è stato un processo che definisco “a ritroso”. Un giorno, mentre giravo in libreria, mi sono imbattuta nella serie di Kitty Crowther (1970, Uccle, Belgio) “Poka & Mine” e rimasi così affascinata da questi insetti indefiniti che, approfondendo la sua storia, ho scoperto che i Mumim di Tove Jansson erano stati per lei un punto di riferimento per lo sviluppo dei suoi personaggi.

Immagine di alcuni libri di Kitty Crowther, Poka e Mine

 

Diventare consapevoli che niente nasce dal nulla, ma viene creato da ciò che ci piace e che poi si trasforma attraverso un personale lavoro di ricerca, è fondamentale per mettere in moto la propria immaginazione.

Tove Jansson è stata pittrice, illustratrice, fumettista, scenografa e muralista, autrice di memoir, libri per l’infanzia e opere di narrativa e teatrali per adulti, eppure in un’illustrazione del 1936 esprimeva tutte le sue ansie per il suo futuro in questo settore attraverso le parole di una bambina che rispondeva alla domanda del padre su cosa fosse l’arte. “Che domanda sciocca – riportava – L’arte è tutto ciò che non puoi fare. Se puoi fare una cosa, allora non è più arte”.

Questa frase mi è piaciuta tantissimo, perché spesso si tende a pensare che chi riteniamo più bravo e più talentuoso di noi non abbia mai dubbi sulla sua strada, e invece dimostra che mettersi in discussione fa proprio parte dell’essere umano.

La ricerca a ritroso di “chi ispira chi” è molto divertente oltre che istruttiva e potrebbe continuare all’infinito. Le foreste e i troll di Tove Jansson derivano da John Bauer, mentre lo spirito delle sue storie che lascia molto spazio alla fantasia e alla riflessione dei bambini è stato influenzato da Elsa Beskow, “la Beatrix Potter della Svezia”.

E voi? Da chi vi fate ispirare?

LO SKETCHBOOK E LA PAURA DEL FOGLIO BIANCO

Lo scketchbook per me ha iniziato a rappresentare una serie di cose che vi elenco perché anche una singola descrizione potrebbe incuriosirvi e portarvi a provarlo.

  • un libricino portatile che ci permette di raccontare per immagini ciò che ci circonda con un intento narrativo;
  • un luogo di prova di colori e materiali per capire se stanno bene insieme e come interagiscono tra loro;
  • uno stratagemma per sbloccare il cervello e allenare la mano;
  • un modo alternativo all’uso dello smartphone per usare il proprio tempo quando si attende qualcosa;
  • una raccolta di ciò che ci piace e ci interessa;
  • un modo per catturare un momento con le proprie luci, sensazioni e suoni;
  • il posto da cui attingere quando si vuol raccontare qualcosa.

Lo schetchbook è tutto questo, ma è anche altro. Deve essere soprattutto un oggetto privato. Oggigiorno si pensa troppo spesso che ogni cosa sia instagrammabile e questo pensiero contribuisce a determinare un blocco creativo.

Anche gli illustratori che ammiriamo di più conservano nel loro schetchbook prove terribili che non mostreranno mai a nessuno, ma che sono state comunque utili per capire che un accoppiamento di colori non va bene o per conservare memoria di persone, luoghi, vestiti, oggetti utilizzati forse poi in qualche altro modo.

Bisogna rassegnarsi ad accettare gli errori e non cancellarli, perché si potrebbe anche scoprire un giorno che potrebbero essere utili. A dire il vero a me gli errori piacciono, nella mia vita e in quella dei miei studenti son stati sempre quelli che hanno fermato un po’ il tempo per riflettere e capire meglio ciò che ci trovavamo ad affrontare.

IN CONCLUSIONE

Se quando camminate vi capita di immaginare come sarebbero illustrate le persone che incontrate… allora fatelo! Pensate sempre che tutti si ispirano a qualcosa, che sia la realtà che ci circonda o qualche altro artista, che non dovete mostrare a nessuno ciò che create a meno che non lo desideriate e che… dovete ricordate di riscaldare la mano con linee e cerchi impugnando la matita in vari modi per cambiare la sua pressione sul foglio prima di partire con il vostro disegno!

D’altra parte… nemmeno la più grande ballerina farebbe mai una spaccata senza un po’ di riscaldamento!

 

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