Di Daniela Sartirani

C’è un artista che ha saputo catturare l’essenza della vita quotidiana americana con un tocco di curiosità e un pennello carico di emozioni; il suo nome è Norman Rockwell.

La sua incredibile abilità nel catturare l’essenza della vita di ogni giorno è un affascinante viaggio attraverso il cuore pulsante dell’America del XX secolo.

La vita e il talento

Nato nel 1894 a New York, Rockwell ha dimostrato fin da giovane un talento straordinario per l’arte, aprendo la strada a una carriera che avrebbe segnato un’epoca.

Da bambino trascorreva ore ad esplorare il mondo intorno a lui, afferrando con attenzione i dettagli della vita di tutti i giorni. Questa osservazione minuziosa è diventata la sua fonte d’ispirazione, plasmando il suo stile distintivo che avrebbe definito le sue opere d’arte.

Quando, all’età di 14 anni fu ammesso alla Chase Art School, stava già sviluppando una sua prospettiva unica sulla vita comune.

La carriera

Il grande punto di svolta nella carriera di Rockwell è avvenuto quando, a 22 anni, è diventato l’illustratore ufficiale della rivista “Saturday Evening Post”; una collaborazione che sarebbe durata quasi 50 anni.

Le numerose copertine che ha dipinto per la rivista (in totale sono più di 300) sono diventate icone della cultura americana: ritraggono scene di vita familiare, momenti di humor, di romanticismo o spensieratezza ma anche il clima politico dell’epoca ed importanti sfide sociali.

una copertina del 1953 con l'immagine intitolata "The Young Lady with the Shiner".

una copertina del 1953 con l'immagine intitolata "The Young Lady with the Shiner".

Rockwell ha saputo immortalare l’atmosfera del suo tempo attraverso opere come “The Four Freedoms“, una serie di 4 dipinti ispirati al discorso del presidente Roosevelt durante la Seconda Guerra Mondiale. Queste opere, prodotte dall’artista nel 1943, riflettono i valori fondamentali che gli americani cercavano di difendere in un periodo critico della storia mondiale.

 

“Freedom for fear”, 1943 [Fonte: WikiArt] Nel dipinto, vediamo bambini addormentarsi tranquillamente nel loro letto. La madre li avvolge con amore nelle coperte, il padre tiene tra le mani un giornale che racconta gli orrori del conflitto in corso. La sua focalizzazione, però, è interamente rivolta ai suoi figli e non alle notizie allarmanti che il giornale riporta.

“Freedom for fear”, 1943 [Fonte: WikiArt] Nel dipinto, vediamo bambini addormentarsi tranquillamente nel loro letto. La madre li avvolge con amore nelle coperte, il padre tiene tra le mani un giornale che racconta gli orrori del conflitto in corso. La sua focalizzazione, però, è interamente rivolta ai suoi figli e non alle notizie allarmanti che il giornale riporta. Focalizzando l'attenzione sul volto nell'angolo in basso, ci si immerge quasi in un'inquadratura da“selfie-esque”.

Una delle opere più celebri della serie di dipinti ispirati ai quattro principi fondamentali delineati dal presidente americano Roosevelt è “Freedom from Want“. In questo dipinto, una famiglia si siede a tavola per un pasto festivo, simboleggiando la sicurezza e l’abbondanza che la libertà può portare. Ma ciò che rende davvero affascinante questo dipinto è la capacità di Rockwell di far emergere emozioni palpabili attraverso i volti dei personaggi, trasmettendo un senso di comunità e di speranza e, nel contempo, costruendo l’inquadratura in modo incredibilmente contemporaneo.

“Freedom from Want”, 1942 Un dipinto che emana estrema naturalezza e modernità. Focalizzando l'attenzione sul volto nell'angolo in basso, ci si immerge quasi in un'inquadratura da“selfie-esque”.

“Freedom from Want”, 1942 Un dipinto che emana estrema naturalezza e modernità. Focalizzando l'attenzione sul volto nell'angolo in basso, ci si immerge quasi in un'inquadratura da“selfie-esque”.

Rockwell ha trascorso la sua carriera a dipingere la vita come la vedeva: un intreccio di momenti umani, umorismo e pathos. La sua abilità nel riprodurre espressioni umane autentiche è spesso paragonata a quella di un fotografo, ma il suo vero talento risiede nella capacità di trasmettere storie complesse attraverso una singola immagine.

La copertina più famosa del “Saturday Evening Post”

“The Gossips” è una delle opere più famose di Rockwell, realizzata nel 1948 per la copertina della rivista settimanale “Saturday Evening Post”. Ritrae un gruppo di persone mentre sta condividendo un pettegolezzo con grande entusiasmo e varie espressioni. Un capolavoro che non solo cattura la vita di provincia, ma riflette anche le dinamiche umane nelle piccole comunità.

Qui l’artista ha riprodotto magistralmente l’atmosfera di un villaggio, evidenziando il potere del passaparola e la natura umana di interessarsi alle vicende altrui. La composizione riflette il suo stile distintivo nel rappresentare situazioni umane quotidiane con ironia ed attenzione ai dettagli, conferendo vita e personalità ai vari personaggi.

“The Gossips”, 1948 [fonte: WikiArt]

“The Gossips”, 1948 [fonte: WikiArt]

Vent’anni prima che Rockwell riuscisse a completare “The Gossips“, l’idea per il dipinto aveva già preso forma nella sua mente. Tuttavia, la chiave per concluderlo si rivelò quando decise di immergersi completamente nella scena, immaginandosi come il protagonista del circolo dei pettegolezzi.

Per rendere il dipinto più autentico, utilizzò i suoi amici e vicini come modelli per le altre figure ritratte. L’artista stesso è situato nella fila in basso, la seconda e la terza faccia da destra e la donna nella fila centrale, sia il secondo che il terzo volto da sinistra, è Mary Barstow, seconda moglie dell’artista e madre dei suoi tre figli.

Studi fotografici per “The Gossips” [fonte: WikiArt]

Studi fotografici per “The Gossips” [fonte: WikiArt]

La fotografia nel processo illustrativo

Abile narratore e rigoroso realista, Norman Rockwell dipingeva raramente attingendo direttamente dall’immaginazione e dal ricordo. Invece, dava vita alle sue idee attraverso sessioni in studio, orchestrando fotografie che, a loro volta, diventavano opere d’arte autonome. Nella selezione accurata degli oggetti di scena e delle location, nella scelta e direzione dei modelli, ogni elemento del suo design veniva curato attentamente prima di intraprendere il processo pittorico.

È rivelatore scoprire che molti dei personaggi memorabili da lui dipinti erano effettivamente persone reali, aggiungendo un fascino unico alle sue straordinarie capacità di artista. Ed è curioso pensare che, senza l’aiuto della fotografia probabilmente molte delle sue illustrazioni non sarebbero mai esistite.

Un confronto tra fotografia preparatoria e illustrazione finale. [fonte: twistedsifter.com]

Un confronto tra fotografia preparatoria e illustrazione finale. [fonte: twistedsifter.com]

L’arte come veicolo sociale

Come abbiamo visto, Norman Rockwell non si limitava a dipingere solo il lato positivo, ironico e spassoso della vita.

Nel suo dipinto “The Problem We All Live With” ha affrontato apertamente e coraggiosamente la questione del razzismo e dell’integrazione scolastica, raffigurando una giovane Ruby Bridges, la prima studentessa afroamericana a frequentare una scuola per “bianchi”. In questo modo ha evidenziato la sua preoccupazione per le ingiustizie sociali e la sua speranza per un futuro più equo.

“The Problem We All Live With”, 1964 Questo dipinto è considerato un'immagine iconica del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti. [fonte: Wikipedia]

“The Problem We All Live With”, 1964 Questo dipinto è considerato un'immagine iconica del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti. [fonte: Wikipedia]

Conclusioni

Con i suoi dipinti Rockwell ha descritto, per oltre mezzo secolo, gli Stati Uniti d’America, i suoi leader politici e gli eventi che hanno plasmato la storia mondiale, come l’esplorazione dello spazio, i conflitti legati alle questioni razziali e il progresso graduale verso l’integrazione, insieme alle varie guerre che hanno segnato l’epoca.

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