Di Cristina Tana

Le mie tre opere preferite che rappresentano il Natale

Quando pensiamo al Natale la mente corre subito alle tipiche atmosfere natalizie: le luci, le palline decorate, la corsa ai regali e soprattutto a Babbo Natale, una figura che ha quasi soverchiato il vero significato di questa festa: la natalità del bambin Gesù e la celebrazione della famiglia.

Ma che sia formata da padre e madre, coppie gay o single con cani e gatti, per me rappresenta pur sempre una famiglia composta da figure a cui vogliamo bene e senza distinzioni.

Nel corso dei secoli molti artisti ci hanno donato opere straordinarie, in particolare gli artisti del Rinascimento italiano.

Per quanto mi riguarda avrei voluto scegliere più opere che rappresentassero il Natale, ma se fosse stato così non mi sarebbero bastate nemmeno dieci pagine per raggrupparle tutte.

Per questo mi son limitata a sceglierne solo tre, tra le tante che ho potuto ammirare di persona la scorsa primavera agli Uffizi di Firenze.

Vorrei proprio iniziare con il maestro Leonardo Da Vinci “L’annunciazione”.

Non mi ero proprio resa conto di quante versioni ci fossero dell’annunciazione, rappresentate da altri artisti, fino a quando non mi son ritrovata a girare le sale del museo e a contarle tutte, un’impresa davvero impossibile!

Ciononostante ho scelto l’opera di Leonardo non solo perchè è tra i miei artisti preferiti ma anche perchè nei suoi quadri si trovano sempre una “doppia visuale” e delle simbologie differenti che ti spingono a guardare i suoi quadri con più attenzione.

Leonardo da Vinci, Annunciazione

Leonardo da Vinci, Annunciazione ©Cristina Tana (olio su tavola, 90x222 cm)

Leonardo ha voluto raffigurare l’arcangelo Gabriele inginocchiato davanti alla vergine Maria offrendole un giglio, (simbolo di purezza e castità) mentre lei è seduta davanti al suo leggio e sul quale è poggiato un libro. La luce crepuscolare fa risaltare le forme, unifica la scena e risalta le sagome degli alberi sullo sfondo. Invece se ci concentriamo sugli elementi architettonici notiamo che sono stati disegnati secondo le regole della prospettiva.

Ma ciò che colpisce più di tutto è l’anomalia che troviamo sul braccio destro della Vergine Maria che, guardandola frontalmente potrebbe apparire storto e sproporzionato, ma in realtà Leonardo ha voluto donare all’opera anche un punto di vista laterale, determinato dalla collocazione originale della tavola dipinta, cioè sopra un altare laterale di una chiesa.

Leonardo da Vinci, Annunciazione

Leonardo da Vinci, Annunciazione ©Cristina Tana

Ho voluto sostare di più davanti al suo quadro proprio per questo motivo, per guardarlo da angoli diversi, nonostante davanti al quadro ci fossero molti visitatori. Tutti i quadri trasmettono un messaggio particolare, un’emozione, ma le opere di Leonardo, per il loro attento studio nella realizzazione meritano uno sguardo in più.

Ed io non potevo andarmene da quella sala senza averne ammirato ogni suo particolare.

Per concludere: sull’opera sappiamo fu pervenuta agli Uffizi solo nel 1867 dalla sagrestia di San Bartolomeo a Monteoliveto, fuori Firenze. Del dipinto non si conoscono ne la collocazione originaria e ne la committenza. Ma è ritenuta un’opera giovanile di Leonardo quando ancora frequentava la bottega Andrea del Verrocchio.

 

Botticelli, Adorazione dei Magi

Botticelli, Adorazione dei Magi ©Galleria degli Uffizi, Tempera su tavola (111x137 cm)

E’ un opera che attira subito la sua attenzione non solo per la scena centrale, ma anche per l’autoritratto dell’artista dipinto all’estrema destra del quadro. Ma Sandro Botticelli non è l’unico ad essersi ritratto nel quadro!

L’ opera fu commissionata a Botticelli da Gaspare di Zanobi del Lama, un ambizioso uomo d’affari che nel 1469 fondò nella chiesa di Santa Maria Novella una cappella dedicata ai Magi. Infatti il quadro fu realizzato per l’altare di Gaspare sulla controfacciata, tra le due porte di accesso alla chiesa. Non a casa nel dipinto è uno dei Magi; l’uomo a destra vestito di Celeste che guarda verso di noi.

Botticelli, Adorazione dei Magi, dettaglio

Botticelli, Adorazione dei Magi ©Galleria degli Uffizi, dettaglio

Al centro dell’opera vediamo Maria con in braccio Gesù che benedice il re mago inginocchiato ai suoi piedi che, stando alle parole del Vasari avrebbe le sembianze di Cosimo il vecchio.

Botticelli, Adorazione dei Magi, dettaglio

Botticelli, Adorazione dei Magi ©Galleria degli Uffizi, dettaglio

Gli altri magi hanno probabilmente le sembianze dei figli di Cosimo, Piero il Gottoso, ammantato di rosso inginocchiato al centro e Giovanni vestito di bianco accanto a lui.

Botticelli, Adorazione dei Magi, dettaglio

Botticelli, Adorazione dei Magi ©Galleria degli Uffizi, dettaglio

Nell’adorazione dei magi troviamo anche i giovani Lorenzo il Magnifico raffigurato a destra vestito di rosso e nero con i capelli neri, che vediamo davanti a Zanobi. Mentre Giuliano, suo fratello è raffigurato a sinistra del quadro, in primo piano con la spada da cavaliere.

Botticelli, Adorazione dei Magi, dettaglio

Botticelli, Adorazione dei Magi ©Galleria degli Uffizi, dettaglio

Botticelli, Adorazione dei Magi, dettaglio

Botticelli, Adorazione dei Magi ©Galleria degli Uffizi, dettaglio

Sebbene la presenza della famiglia Medici fosse predominante nell’opera, inizialmente era destinata a sormontare l’altare della cappella del Lama, ma quando Gaspare del Lama fu condannato per frode, il quadro passò di proprietà alla famiglia Medici e rimase nella villa medicea di Poggio Imperiale fino al 1796 quando fu rinvenuta ed esposta agli Uffizi di Firenze.

Infine, un’opera che al primo sguardo ha catturato subito la mia attenzione per la luce che trasmette.

Gherardo delle Notti, Adorazione del Bambino

Gerrit van Honthorst, detto Gherardo delle Notti, Adorazione del Bambino (olio su tela (95,5 x 131 cm) ©Cristina Tana

Una caratteristica dell’ artista olandese era proprio quella di far in modo di illuminare i volti dei suoi soggetti, giocando con luci ed ombre.

Gherardo delle Notti subì anche l’influenza di Caravaggio, e possiamo notare come nelle sue opere abbia studiato attentamente i suoi colori e il suo stile.

Ammetto che, quando quel pomeriggio stavo visitando le sezioni dedicate a Caravaggio e Gherardo delle Notti, voltandomi verso questo quadro ho pensato che ci fossero altri faretti ad illuminare il quadro, e invece parlava da sé!

Gherardo delle Notti, Adorazione del Bambino

Gerrit van Honthorst, Adorazione del Bambino ©Galleria degli Uffizi

La luce protagonista del quadro ha un significato ben preciso. E’ portatrice di pace e speranza che il bambin Gesù emana dalla sua mangiatoia.

La luce divina che sprigiona il bambino rende ogni tratto più dolce e soffuso.

Accarezza il volto della Vergine e arriva fino a San Giuseppe dietro di lei e i due angioletti in preghiera dinanzi a lui, evidenziando i sorrisi genuini e spontanei.

Curiosità: Cosimo II de Medici nel 1620 conobbe l’artista olandese nel suo soggiorno in Italia e acquistò alcune sue opere, tra cui anche “ Adorazione del bambino”.

Se nel periodo natalizio avrete l’occasione di visitare gli Uffizi non dimenticatevi di soffermarvi un po di più su queste opere meravigliose che Leonardo, Botticelli, Gherardo delle Notti e molti altri artisti ci hanno regalato, e che ci raccontano il Natale nella sua forma più pura.

In fin dei conti il vero significato di questa festa e soprattutto qui, in queste opere che celebrano la festa della famiglia.

Buone feste a tutti!

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