Autoritratto di Federico Fellini, courtesy of Archivio Fellini

Di Titty Miele

Avevo sempre sognato, da grande, di fare l’aggettivo” (Federico Fellini).

“ Felliniano”: avete mai usato questo termine, almeno una volta nella vita? Se si, quale significato avete inteso esprimere? Fiabesco? Onirico? Grottesco? Visionario? Satirico? Melancolico?

Difficile racchiudere in uno solo o anche più aggettivi l’opera cinematografica di Federico Fellini, del quale quest’anno ricorre il trentennale della sua scomparsa. Il cinema è stata la sua grande passione, fin da ragazzino, quando si rifugiava per ore nella sala Fulgor a Rimini, che oggi ospita una sezione del Museo Fellini .

Eh, si. Sogna Federico, nella sua gioventù da ragazzo di provincia negli anni trenta, davanti alle stelle del grande schermo, in una Rimini che forse gli sta stretta, avvolta in quella nebbia così opaca, eppure capace di ispirargli, molti anni dopo, momenti di lirismo cinematografico.

E così, concluso il liceo, scappa a Roma, Qui , nel 1939, esordisce come vignettista del settimanale satirico “Marco Aurelio”, che a quei tempi annovera nel suo team di autori Agenore Incrocci e Furio Scarpelli, destinati a divenire Age e Scarpelli, la coppia di sceneggiatori che ha scritto pagine memorabili del cinema italiano dal dopoguerra in poi, per più di 40 anni.

Vignetta di Federico Fellini

Vignetta di Federico Fellini

E’ bravo a disegnare, Federico; ha un tratto fresco e immediato. I suoi personaggi maschili hanno nasoni e teste ovali; le donne sono procaci e maliziose, chissà, magari ritrae le figure femminili formose e rassicuranti della sua Rimini; le battute che accompagnano le vignette strizzano l’occhio, con garbo e ironia, alle visioni culturali e sociali del tempo.

Dalla carta alla celluloide: disegnare i sogni

Intanto gli anni passano e Federico il vignettista è diventato Fellini il Regista, ma non smette di disegnare. Ernst Bernhard, l’ analista da cui è in terapia ( eh, si! Anche i creativi , a volte hanno bisogno dello psicologo!) gli suggerisce di fermare nei disegni le sue visioni.

Federico Fellini - disegno per "Intervista"

Disegno per “Intervista”, courtesy of Archivio Fellini

Federico disegna per anni e anni: realizza bozzetti per i personaggi dei suoi film, ritratti e caricature; ferma sui fogli di carta i suoi sogni e i suoi incubi, ritrae occupazioni e preoccupazioni quotidiane.

Non ha bisogno di pennelli professionali e colori extrafini: gli bastano markers sottili, pastelli e pennarelli. Tutto il resto, lo fa il suo tratto, agile ed immediato. Scenografie e costumi dei suoi film si riconoscono subito, così come i volti ed i gesti di amici e personaggi del mondo dello spettacolo, da Totò a Vincenzo Mollica, con cui coltiverà una profonda amicizia.

Emozionano i disegni in cui ritrae Giulietta Masina, con bombetta e tamburo, nella quale Gelsomina, la protagonista de “La Strada” è già delineata in tutto il suo lirismo.

Federico Fellini - Gelsomina

Federico Fellini - Gelsomina

Il racconto di questo viaggio grafico e creativo dagli anni 60 fino al 1990 è “Il Libro dei Sogni”, edito da Rizzoli nel 2007 a tiratura limitata, di cui una copia è stata devoluta dalla Fondazione Fellini al Comune di Rimini.

Federico Fellini - Il Libro dei Sogni

Federico Fellini - Il Libro dei Sogni

Sognare è un po’ viaggiare

Se il mondo immaginario del grande regista è il protagonista dei propri disegni, negli anni 80 la visione si capovolge: è Fellini ad essere il protagonista di una graphic novel.

Nel 1986 il Corriere della Sera pubblica il racconto a strisce “Viaggio a Tulum” , disegnato da Milo Manara su un soggetto dello stesso Fellini; la storia riprende la vicenda reale di un viaggio intrapreso in Messico, sulle tracce dell’antropologo–sciamano Carlos Castaneda, per girare un film “maledetto” che il regista non riuscì mai a realizzare; nella graphic novel , oltre a Fellini, compaiono Vincenzo Mollica e Marcello Mastroianni (chiamato dal regista con il nick “Snaporaz”); i tre attraversano di volta in volta scenari fantastici, paesaggi esotici, panorami surreali, accompagnati da una misteriosa ed affascinante assistente, dai connotati eleganti e voluttuosi con i quali Manara caratterizza le sue eroine femminili.

L’ opera, originariamente realizzata da Milo Manara in bianco e nero e poi colorata, è stata ripubblicata da Panini nel 2015, con la colorazione revisionata da Simona Manara.

Federico Fellini e Milo Manara - Viaggio e Tulum e altre storie

Federico Fellini e Milo Manara - Viaggio e Tulum e altre storie

Fellini ha lasciato questa terra nel 1993. Ma il cuore di Federico vive ancora, tra le vie del centro storico di Rimini, ovattate in quella nebbia che avvolge, in un’atmosfera rarefatta, strade, edifici e persone, isolandole come in un sogno.

Ed è un sogno in cui si incrociano Federico e Pinocchio, burattino ribelle, l’universo Felliniano e la ribellione al diventare adulti, il bellissimo racconto di “Federico”, l’albo illustrato scritto e disegnato da Eva Montanari, edito da Kite Edizioni nel 2014.Un delicato e poetico omaggio al grande regista, con il quale Eva condivide le origini riminesi.

Federico Fellini - Immagine tratta da "Federico"

Federico Fellini - Immagine tratta da "Federico"

Un albo disegnato poeticamente a matita, con sfumature vaporose e leggere su sfondo color seppia, quando la storia inizia a Rimini, mentre luci e colori esplodono gioiosi non appena nel racconto irrompe il cinema felliniano con le sue visioni oniriche. A ricordare che ognuno di noi ha un luogo, reale o immaginario, in cui il proprio cuore resterà per sempre bambino, dolcemente cullato dalla coperta dei propri sogni.

Federico Fellini - Immagine tratta da "Federico"

Federico Fellini - Immagine tratta da "Federico"

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