Artemisia Gentileschi, Autoritratto (1638)

Di Elisabetta Pesenti

Artemisia Gentileschi una donna che ha combattuto per essere pittrice.

Si aprirà a Genova il 16 Novembre 2023 una mostra dedicata alla prima donna che scelse di essere una vera artista in un’epoca dominata dagli uomini – Artemisia Gentileschi. La prima pittrice del seicento la cui crescita artistica è legata alla storia della sua intensa e dolorosa vita.

Artemisia Lomi Gentileschi nacque a Roma l’8 luglio 1593. Il padre Orazio Gentileschi, nativo di Pisa, era un pittore di discreto successo nella città capitolina. Divenne orfana di madre nel 1605 e fu probabilmente in questo periodo che si avvicinò al padre. Orazio intuì il talento precoce della figlia e le insegnò come preparare i materiali utilizzati per la realizzazione dei dipinti: la macinazione dei colori, l’estrazione e la purificazione degli olii, il confezionamento dei pennelli con setole e pelo animale. Importante fu la conoscenza della pittura di Caravaggio, il quale spesso si recava nello studio di Orazio per procurarsi le travi da sostegno per le proprie opere. Artemisia imparò la pittura nel laboratorio paterno in quanto Ie scuole d’ arte, all’epoca, erano considerate una pratica esclusivamente maschile e nonostante ciò riuscì ugualmente a riprodurre il fascino della pittura caravaggesca attraverso gli insegnamenti del padre.

Orazio decise di farle prendere lezioni private di prospettiva affidandola a un pittore paesaggista Agostino Tassi. Tassi approfittò dell’assenza di Orazio e violentò Artemisia, nel 1611. Questo tragico evento influenzò in modo drammatico la sua vita e il suo iter artistico . Fu così che ebbe inizio il processo: profondamente traumatizzata dall’abuso sessuale, dovette affrontare il percorso processuale con una notevole dose di coraggio. Venne anche sottoposta ad un interrogatorio sotto tortura per verificare la veridicità delle dichiarazioni rese. Artemisia vinse la causa ma con il sapore di una sconfitta. Nel 1612, il giorno successivo allo sconfortante epilogo del processo, Artemisia Gentileschi convolò a nozze con Pierantonio Stiattesi, un mediocre pittore e lo seguì a Firenze lasciandosi alle spalle un padre opprimente e un passato da dimenticare.

Nella città medicea conobbe un discreto successo. Firenze in quel periodo era culla di un vivace fermento artistico, grazie alla politica di Cosimo II, abile governatore che si interessava con grande sensibilità anche di musica, poesia, scienza e pittura, rivelando una passione per lo stile caravaggesco. Fra i suoi amici fiorentini vi erano eminenti personalità del tempo, fra cui Galileo Galilei e Michelangelo Buonarroti il giovane, nipote del celebre artista. Proprio quest’ultimo fu una figura di primaria importanza per la maturazione pittorica di Artemisia e le procurò numerosissime commissioni mettendola in contatto con altri potenziali clienti.

Artemisia proseguirà la sua carriera artistica spostandosi a Roma e vivendo sporadici viaggi a Venezia e Londra. Nel 1630 si trasferì a Napoli che all’epoca oltre a essere capitale del vice regno spagnolo era anche la seconda metropoli europea per popolazione dopo Parigi ed era costituita da un fiorente ambiente culturale. Questa divenne la sua ultima dimora artistica fino alla morte datata nel 1656.

La Mostra

L’esposizione a Palazzo Ducale A Genova prevede dieci sezioni, nelle quali si potrà avere un ritratto completo della pittrice, dagli esordi fino alle opere più mature. L’opera Susanna e i vecchioni, datata 1610 e firmata dall’artista segna l’emancipazione nei confronti della pittura del padre, con uno stile proprio e consapevole.

Artemisia Gentileschi - Susanna e i vecchioni

Artemisia Gentileschi - Susanna e i vecchioni

Il rapporto tra i due è stato fonte di ispirazione reciproca è lo si può intuire dalle alcune tele in mostra firmate del padre Orazio. Egli trascorre un periodo di lavoro a Genova dal 1621 al 1624 per realizzare delle opere per un committente aristocratico genovese, un certo Antonio Sauli. Sono esposte la Madonna con bambino dormiente dei Musei di Strada Nuova di Genova, Santa Cecilia – della Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia e la Sibilla del Museum of Fine Art di Houston, dove Artemisia è protagonista come modella.

Orazio Gentileschi - Madonna con bambino

Orazio Gentileschi - Madonna con bambino

Orazio Gentileschi - Sibilia

Orazio Gentileschi - Sibilia

Si potrà ammirare in realtà virtuale per la mostra l’affresco a quattro mani realizzato da Orazio Gentileschi e da Agostino Tassi Apollo e le Muse di Palazzo Pallavicini Rospigliosi, Roma, commissionato dal Cardinal Scipione Borghese nel 1611.

E’ dopo il tragico evento dello stupro e del processo del 1612,del quale sono presenti gli atti ufficiali eccezionalmente concessi dall’Archivio di Stato di Roma), che Artemisia inzia a dipingere eroine femminili e a imprimere su tela tutta la sua rabbia. Si potranno ammirare le celebri Giuditta e la sua ancella con la testa di Oloferne, della Fondazione Carit di Terni e Giuditta che decapita Oloferne del Museo di Capodimonte – Napoli, entrambe in dialogo e messe a confronto con la Giuditta e Oloferne di Orazio Gentileschi, proveniente dai Musei Vaticani.

Artemisia Gentileschi - Giuditta che decapita Oloferne

Artemisia Gentileschi - Giuditta che decapita Oloferne

Sarà eccezionalmente esposta anche l’Allegoria dell’Inclinazione che Artemisia dipinse per Casa Buonarroti a Firenze nel 1616 e che sarà visibile sino all’8 gennaio 2024. E’ un autoritratto senza veli, che successivamente verrà coperto da un drappo dipinto di colore azzurro, dove la pittrice si fa musa ispiratrice. La tela segna uno dei momenti più alti delle tecniche pittoriche di Artemisia Gentileschi e sarà esposta per la prima volta in una mostra fuori dalla sua sede originale.

Artemisia Gentileschi - L'allgoria dell'inclinazione

Artemisia Gentileschi - L'allgoria dell'inclinazione

PALAZZO DUCALE

GENOVA

Appartamento del Doge e Cappella Dogale

DAL 16 NOVEMBRE 2023 AL 1° APRILE 2024

Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura

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